R. Meynet, Les Actes des apôtres, RBSem 43, Peeters, Leuven 2024 (683 p.)
Analizzati secondo le leggi della retorica biblico-semitica, gli Atti degli Apostoli, come molti altri testi biblici, si sono dimostrati organizzati in modo concentrico. Due grandi sezioni (A: 1,1-14,28 e C: 15,36-28,31) fanno da cornice a una sezione molto più breve, tradizionalmente intitolata “Il Concilio di Gerusalemme” (B: 15,1-35). Le sezioni estreme contengono ciascuna nove sequenze, anch’esse organizzate in modo concentrico: ognuna è incentrata sulla sua quinta sequenza, che funge da perno, da punto di svolta della sezione. Si tratta dell’estrema testimonianza di Stefano (A5: 6,1-8,1a), seguita da quella di Paolo, che sfugge alla morte solo per essere condotto al macello del tribunale di Cesare (C5: 21,1-23,35).
Al centro dell’opera, il Concilio di Gerusalemme costituisce lo spartiacque. È qui che viene discusso e risolto il grande problema che era progressivamente emerso nel corso della prima sezione: a quali condizioni i Gentili potevano essere accolti e integrati nella comunità dei discepoli di Gesù? Dovevano diventare Giudei, soggetti alla Legge di Mosè, a partire dalla circoncisione, o potevano rimanere come erano? Se i Gentili non erano pienamente integrati nella comunità dei figli di Israele, gli ebrei, anch’essi diventati discepoli di Gesù, potevano mescolarsi con loro e condividere i loro pasti senza diventare impuri, come loro, secondo la Legge?
L’unità doveva essere raggiunta con la pura assimilazione, o poteva tollerare la differenza? La decisione presa dall’assemblea non fece altro che confermare quella che Dio stesso aveva preso quando aveva fatto scendere il suo Spirito sui Gentili riuniti nella casa del centurione romano Cornelio, proprio come aveva fatto sui soli ebrei il giorno di Pentecoste, sorprendendo enormemente i Giudei che assistettero alla scena.
Dal Concilio in poi, la missione poté riprendere con serenità tra gli Ebrei e i Gentili che erano diventati discepoli di Gesù, formando una sola e unica Chiesa. Il “noi” dei cristiani è plurale ed è rimasto tale fino ad oggi. Il racconto degli Atti degli Apostoli – con i famosi “passaggi in noi” – invita i lettori di oggi a entrare nel “noi” della fratellanza che supera e vince la gelosia.