R. Meynet, Le Psautier. Troisième livre (Ps 73–89), RBSem 19, Peeters, Leuven 2019 (269 p.)
Il terzo libro del Salterio è notevolmente più corto del primo e soprattutto del quinto. I suoi diciassette salmi, tuttavia, formano una composizione che non è affatto inferiore a quella degli altri due libri.
Il tono generale del libro è molto cupo. Non sono altro che lamentele, suppliche e domande ansiose: “Perché?”, “Fino a quando?”. E le risposte a queste domande non sembrano fatte per consolare gli sfortunati. Se sono caduti nell’afflizione e nell’angoscia, è perché stanno pagando il prezzo dei loro peccati (78; 89). Avendo tradito l’alleanza al tempo dell’esodo, e di nuovo al tempo della monarchia davidica, adesso sono consegnati alla violenza e all’oppressione dei loro nemici. Si può sentire la voce del Servo che grida al centro del primo libro: “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?”. (Sal 22,2). Ma il Sal 22 non finisce nella tomba. Il salmista è salvato dalla bocca del leone e può dire: “proclamerò il tuo nome ai miei fratelli, in mezzo alla comunità ti loderò” (23) e anche: “tutte le famiglie delle nazioni si inchineranno davanti a lui” (28).
Allo stesso modo, nel terzo libro ci sono tre salmi in cui risuona la lode, ognuno dei quali occupa una posizione strategica. Al centro della prima sequenza della sezione iniziale (Sal 75) con tutto il suo popolo il salmista ringrazia che il Signore stia pronunciando il giudizio sugli arroganti e si rallegra che presto potrà tagliare loro le corna. Nel mezzo della sezione centrale (Sal 81), un fervente appello alla lode per celebrare l’uscita dall’Egitto precede un lungo discorso di Dio che promette una nuova liberazione degli attuali nemici e la loro conversione. Infine, nel mezzo della prima sequenza della sezione finale, dal profondo della sua miseria Davide conferma la conversione finale dei gentili: “Tutte le nazioni che tu hai fatto verranno ad adorare davanti alla tua faccia, o Signore, e daranno gloria al tuo nome” (86,9). Come per il servo del Sal 22, il popolo e il suo re dovettero passare attraverso la morte affinché la luce della rivelazione potesse raggiungere tutte le estremità della terra.