Pietro Bovati – Roland Meynet, Il libro del profeta Amos. Seconda edizione rivista, RBSem 21, Peeters, Leuven 2019 (490 p.)
Amos è uno dei dodici «profeti minori»; il primo profeta di Israele i cui oracoli, datati all’ottavo secolo a.C., siano stati messi per iscritto. Il suo libro ha solo nove capitoli; è tuttavia di importanza capitale perché contiene tutte le grandi tematiche riprese più tardi dai «profeti maggiori», Isaia, Geremia, Ezechiele.
Il motivo centrale e unificante di tutto il libro è quello della giustizia; e per questo il suo messaggio è di straordinaria attualità. Amos critica l’ingiustizia che si cela dietro le apparenze di una rigorosa legalità, biasima la perversione di una religione che si compiace di sontuose pratiche cultuali, mentre dimentica il dovere di provvedere ai poveri e di agire secondo equità.
Profeta autentico, Amos è portatore di una parola che i figli di Israele hanno respinto. Il suo grido è come il ruggito di un leone che annuncia la fine di Israele, il crollo delle istituzioni politiche e religiose del regno di Samaria. Il verdetto di giustizia pronunciato dal Signore nei confronti del suo popolo aprirà la strada, paradossale, a un tempo di grazia e di vita rinnovata.
Il genere di questo commentario è nuovo. Per la prima volta il metodo dell’analisi retorica è applicato a un libro profetico. Qualunque sia stata la storia redazionale del testo, è chiaro che l’opera di Amos giunta a noi presenta una composizione estremamente raffinata. E ciò ha consentito una interpretazione organica, strutturata e profondamente rinnovata delle parole del «pastore di Tekoa».